Piede piatto

Piede piatto



Il piede piatto si può definire genericamente come un quadro sindromico ad eziopatogenesi multipla, caratterizzato da un alterato assetto longitudinale della volta plantare che risulta appiattita. Nella genesi del piede piatto il primum movens è la deviazione in valgismo del calcagno, anche se il fattore che rende completa la deformità è la discesa verso il basso e medialmente della testa e del collo dell’astragalo, che trascina con sé lo scafoide.

 In condizione di normalità il varismo rappresentata l’atteggiamento funzionale del piede per il carico statico unipodalico mentre il valgismo, sempre in condizioni di normalità, costituisce l’atteggiamento funzionale per il carico dinamico.

E’ molto raro dover intervenire per correggere un piede piatto nel bambino prima dei tre anni a meno che sia presente una familiarità, un ritardo della deambulazione, un valgismo marcato e una ipotonia generalizzata.

si può osservare una deambulazione scorretta, con appoggio plantare esterno e punte rivolte verso l’interno, dovuta a una ipercorrezione istintiva. Con la crescita il piede piatto se non è spurio ma funzionale che provoca un dolore diffuso ai piedi che scompare con il riposo ed una evidente consumazione del lato interno della suola delle scarpe.

La sintomatologia si aggrava sempre più con comparsa di punti dolorosi e di contratture; il paziente zoppica e tende a ridurre il carico del piede più colpito.



Piede piatto Valgo



E dovuto ad una minore coesione tra piede statico o calcaneare e piede dinamico o astragalico. Questo è dovuta ad un aumento della lassità capsulo legamentosa o dall’ipotono o ipertono dei muscoli del piede.


Il bambino presenterà stanchezza, dolore a livello dei gemelli metatarsalgie e dolore ai talloni. In questo caso si è dolente il piede si può intervenire con dei plantari Levievre che vanno a ristabilire l’elica podalica già dopo i 3 / 5 anni.


In generale il piede piatto è il più delle volte destinato in età giovanile a risolversi spontaneamente senza che questo porti a conseguenze patologiche





La metatarsalgia in Podologia 



La metatarsalgia dolorosa entra in diagnosi differenziale con il Neuroma di Morton che è una sindrome molto dolorosa a livello della 3° e 4° testa metatarsale. C’è un elemento clinico che differenza nettamente la metatarsalgia dal neuroma di morton mentre la metatarsalgia classica abbiamo dolore principalmente durante la deambulazione e un dolore di tipo meccanico il neuroma tende ad avere un dolore anche a riposo corrispondete dello spazio inter metatarsale dolore che si irradia tipo scossa elettrica verso la pianta del piede.

Come avrai notato il termine “metatarsalgia” è generalizzato perché oltre a comunicare che è il paziente riferisce dolore in sede metatarsale non ci altre informazioni, infatti non comunica nulla riguardo le cause che hanno portato all’insorgere della patologia.


Nel nostro studio offriamo un servizio dedicato alla riabilitazione del piede con delle figure professionali dedicate ad ogni tipo di esigenza.

Per la metatarsalgia il trattamento più opportuno comprende:


  • LASER : ad alta potenza: è un mezzo fisico utilizzato sia nelle prime fasi che nelle condizioni più croniche, consiste nell’emissione di un fascio di luce ad altra potenza
  • TECAR :è un macchinario che utilizza radiofrequenze, è utilizzato sia in fase acuta (con la modalità pulsata) che in fase cronica (con la modalità continua) Ultrasuono :si tratta di un mezzo fisico che utilizza onde sonore a una specifica intensità.

- IPERTERMIA è un device, che come la tecarterapia, utilizza onde radio, ma per l’elevata cessione di energia che ricevono i tessuti trattati, è particolarmente indicata nelle condizioni croniche.




Share by: